Chi visita una grande città come Londra, deve cercare di capirla attraverso gli abitanti e scoprire come vivono, visitando i luoghi della loro quotidianità. Parola dello scrittore scozzese William Boyd, citato recentemente in un articolo di Silvia Mapelli per il settimanale GRAZIA, dove si parlava proprio della capitale più cool d’Europa. Una considerazione realistica ed efficace che condivido pienamente da sempre. Infatti ho maturato fin da subito l’intenzione di esplorare gli angoli meno noti e immergermi in una Londra meno turistica del solito. La prima tappa del mio tour sperimentale di vita da vera londinese ho scelto che fosse proprio un mercato, il Borough Market. Probabilmente motivata dalla mia passione per questo genere di luoghi, mi piace scoprire come ogni città riesca a esprimere il proprio fascino culinario attraverso il suo mercato, ciascuno con la sua identità, la sua atmosfera e i suoi personaggi locali. Il Borough Market si trova sulla sponda sud del Tamigi vicino al London Bridge e alla cattedrale di Southwark ed è aperto dal mercoledì al sabato. Si tratta del mercato alimentare più celebre e antico di tutta Londra. Documenti ne testimoniano l’esistenza fin dal 1014.
È il paradiso dei foodie, polo d’attrazione dei grandi chef e tutti i buongustai che sono alla ricerca di ingredienti di qualità per preparare i loro menù. Allestito tra un pilone e l’altro della ferrovia – non è quindi così insolito sentire lo sferragliare dei treni mentre siamo affaccendati a comprare frutta e verdura – questo mercato è davvero un indirizzo da non perdere per assaporare un’avventura gastronomica che non si dimentica tanto facilmente.
Gli stand espongono i loro prodotti con estrema minuzia quasi come in una gioielleria. Infatti pagare qualcosa a carati d’oro non è poi tanto difficile.
Dopo aver osservato divertita il brulichio continuo ma composto di persone tra i banchi traboccanti di mille profumi e sapori, il mio sguardo si è improvvisamente posato su una fila di passanti che si accalcava davanti all’ingresso di un negozio. Sulla sua insegna in ferro colore antracite campeggiava a chiare lettere Monmouth Coffee Company. Questo nome mi risuonava familiare. Certo che sì! Rimuginando un attimo e facendo le dovute associazioni mentali, alla fine tutto mi è stato chiaro. Lo avevo letto all’interno della guida, dispensatrice di preziosi consigli, Londra low cost: GUIDA ANTICRISI alla città più cool (e cara) d’Europa, realizzata da due urban reporter di Nuok, la community di viaggi più seguita del web.
Le lancette dell’orologio segnavano le 11.00, l’orario consono per una meritata pausa caffè. Dove potevamo meglio capitare se non al Monmouth? Si narra che il suo caffè sia ottimo, se non il migliore della città. Mio padre si è lasciato facilmente convincere a provarlo, rapito immediatamente dagli effluvi fumanti e zuccherati che si respiravano nell’aria. Per lui è stato impossibile resistere, inoltre, alle lusinghe di dolci delizie appena sfornate. Io mi sono limitata a essere testimone della sua estasi gustativa. Il caffè è un’icona per i popoli mediterranei, divinità di un pantheon latino e moderno ma Monmouth Coffee Company ha ereditato la tradizione, riscoprendo sapientemente il culto del chicco nero.
Percorrendo la via d’uscita del mercato, mi sono stupita nel riconoscere un posto, la cui immagine imperversa su Pinterest, il mio social preferito che aiuta a scoprire e salvare idee creative. Mi sono trovata magicamente di fronte a Chez Michele, un garage risicato e originariamente angusto trasformato in un laboratorio floreale di indubbio fascino. Chiaro esempio di come sia possibile fare molto partendo con poco. Non ho esitato a entrare.
È una specie di sentiero incantato costeggiato da un tripudio spettacolare di fiori, ghirlande e decorazioni per occasioni speciali. Un negozietto dallo stile rustico, filari di fiori secchi sospesi su corde appese al soffitto, pancali scialbati come sfondo su cui le piante e le composizioni possono risaltare e creare la giusta atmosfera. Un luogo apparentemente semplice ma che mi ha donato un attimo di bellezza e di pace. Perchè prima di tutto il fiore è un segno di gioia. Alla prossima!
Questo appunto di viaggio sul Borough Market mi sembra perfettamente in linea con le caratteristiche che si sono volute dare al nostro soggiorno : ci vuole molto tempo per capire a fondo gli aspetti salienti della vita inglese al di fuori dei soliti luoghi canonici. Ritengo comunque che hai cominciato bene con questo luogo che è fuori dalle mete turistiche tradizionali