Proviamo ad alleggerire l’immagine della città di Firenze da tutte le definizioni stereotipate che solitamente l’accompagnano e concentriamoci a scoprirla anche attraverso nuove inquadrature. Da queste poche righe avrete già capito che la cartolina di questo mese è dedicata al capoluogo toscano.
Però non ci soffermeremo ad ammirare la città mentre sfila con i suoi abiti haute couture, la Firenze di Piazza della Signoria, la Firenze degli Uffizi, la Firenze di Ponte Vecchio e chi ne ha più ne metta. La osserveremo, invece, nel suo stile prêt-à-porter, quando indossa le vesti della quotidianità.
Chi segue il blog da tempo, avrà potuto intuire con quanta passione si parli spesso dei mercati, talvolta una fissazione insensata per coloro che li ritengono tutti noiosamente uguali. In realtà è una convinzione così sterile che presto si dissolverà come una bolla di sapone. Entrate al Mercato Centrale di Firenze, chiamato anche Mercato coperto di San Lorenzo, e capirete perché.
Appena varcato l’ingresso, al piano terra potrete fare la spesa, acquistando prodotti nelle varie botteghe, come del resto succede in tanti mercati. La sorpresa si trova al primo piano. Fino a un paio di anni fa era uno spazio deserto e fatiscente ma, dopo una sapiente ristrutturazione, nel 2014 si è trasformato in un nuovo eldorado del gusto.
Aperto tutti i giorni, dalle 8.00 fino a mezzanotte, vi si può accedere attraverso le scale mobili, due ascensori oppure per via delle scale centrali interne. È presente anche un ascensore riservato alle persone diversamente abili. Certamente un’azione nobile in più verso l’abolizione delle tanto odiose barriere architettoniche. Una volta saliti, non temete se non saprete quale direzione prendere. D’altronde i percorsi gastronomici che uno può seguire sono infiniti.
Potrete gustare dalla pizza al lampredotto (il re dello street food fiorentino), dal galletto arrosto alla zuppa di verdure, dalla bistecca al tagliere di salumi e formaggi, dai ravioli cinesi al vapore alle linguine al tartufo.
Tutto deve essere rigorosamente di qualità (tutti gli operatori sottoscrivono un disciplinare) e preparato direttamente sul posto. Non è casuale, infatti, che una delle caratteristiche più apprezzate del luogo sia assistere a degli show cooking (la preparazione espressa del piatto), stando comodamente seduti a uno dei tanti tavoli, senza pagare nessun costo aggiuntivo.
Siete liberi di scegliere se consumare sul posto oppure portare via. Se decidete di rimanere, vi capiterà di trovarvi accanto un turista groenlandese, gli habitué della zona o una coppia di neo sposi coreani, per far capire quanto sia eterogenea e internazionale la tipologia dei frequentatori. Il cibo è democratico, cerca di accogliere e comprendere tutti.
Come consiglio cercate di evitare le ore di punta (soprattutto le 13.00), quando file capronesche di turisti, prendendo in prestito il termine da uno scrittore tanto geniale quanto tormentato come David Foster Wallace, si avventano ai banconi, in preda ai borborigmi e al languore del loro stomaco. Per il resto è senza dubbio il posto migliore dove, come recita il motto del mercato, si può gustare il cibo di strada comodo. Allora, cosa aspettate ad andare? Alla prossima!