Partendo dal presupposto che fin da piccola ho dimostrato una forte intolleranza alle feste e a tutte le celebrazioni convenzionali, quest’anno ho voluto fare uno strappo alla regola. La ricorrenza era significativa – lo scorso 7 novembre compivo i miei primi quarant’anni – e così un giorno di inizio settembre ho ragionato tra me e me e dopo vari tentennamenti ho deciso di regalarmi proprio per quella data un’esperienza emozionale unica, sapientemente e originalmente arricchita dai sapori e dai profumi del cibo.
Poi quel giorno, tanto desiderato e programmato nei minimi particolari con un’attenzione quasi chirurgica, è arrivato e io non ho potuto fare altro che viverlo con la speranza che fosse davvero memorabile. D’altronde credo che ognuno abbia il diritto a un pizzico di felicità e anch’io, soprattutto in quell’occasione, sentivo di meritarmelo.
Così svegliata di buon’ora dagli auguri di amici e parenti, mi sono preparata, tirata per quanto possibile un pochino a lucido, e in compagnia dei miei genitori e della mia Gina mi sono diretta a metà mattina verso Firenze, una città che conosco come le mie tasche e che ultimamente sta diventando sempre più di tendenza.
Ci vado spesso e ci torno sempre molto volentieri, perché ogni volta c’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire. Proprio come il luogo che ho scelto in occasione della giornata di festa. Non c’ero mai stata prima, pur essendo dal 2009 uno degli indirizzi più eleganti ed esclusivi della città. Si tratta del Four Seasons Hotel in Borgo Pinti, indiscusso simbolo d’eccellenza nell’ospitalità con una qualità dei servizi impareggiabile.
Con largo anticipo ho prenotato un tavolo all’ Atrium Bar & Lounge, definito dagli habitué una mecca della convivialità glamour, un luogo di condivisione urbana dato che i grandi alberghi hanno deciso da tempo di lanciare una nuova tendenza, ovvero non concentrarsi e riservare tutte le attenzioni esclusivamente agli ospiti, ma aprirsi alla città e coinvolgere anche i cittadini.
Appena parcheggiata la macchina all’interno della struttura sono rimasta subito piacevolmente sorpresa, scorgendo il laboratorio creativo dove Vincenzo Dascanio, lo stilista del fiore più talentuoso e visionario che l’Italia possa vantare in questi ultimi anni, realizza le sue scenografie floreali sempre spettacolari e super instagrammate. Poi mi sono avventurata per un vialetto alberato e lì sono finita nelle maglie dell’incanto di un magnifico giardino, il Giardino della Gherardesca, un’oasi di pace nel cuore della città tra alberi secolari, rarità botaniche, tempietti ionici, fontane e opere scultoree di celebri maestri come l’artista bergamasco Ugo Riva, uno tra i più grandi rappresentanti della scultura contemporanea, e Bjorn Okholm Skaarup, artista danese di incontenibile vitalità con il suo Hippo Ballerina, simbolo di celebrazione della vita con una forte identità individuale. Dopo questa passeggiata rigenerante nel verde mi sono presentata puntuale all’appuntamento.
Il pranzo è stato perfetto, il servizio impeccabile e l’atmosfera di un lusso raffinato ormai sempre più raro. L’ultima portata è stata la più stupefacente. Una torta di frutti di bosco e fiori eduli a forma del numero 40 che, su mia richiesta, il Pastry Chef Domenico di Clemente ha realizzato con magistrale bravura.
L’effetto Wow è stato inevitabile. Adesso che sono trascorsi diversi giorni e i festeggiamenti appartengono ormai al passato mi commuovo ancora a pensare a quel giovedì perché è stato un giorno perfetto, ho percepito solo belle sensazioni, ho bisbigliato per la prima volta a me stessa <<ti voglio bene>> e ho respirato solo amore attorno a me. W i 40 anni perché a 40 anni posso confessare di essere arrivata finalmente ad accettarmi per come sono, a non rinunciare mai alla mia libertà, a seguire ciò che il cuore mi detta, ma soprattutto a essere sempre immensamente grata alla vita nonostante la sua perfetta imperfezione. Alla prossima!