Come molti degli affezionati follower sapranno, coltivo, sin dai tempi non sospetti, una passione travolgente per la scrittura. Negli ultimi anni, o meglio dal 2017 a oggi, la città di Torino, con i suoi eleganti portici, i cortili da favola e le piazze spumeggianti, è diventata la meta prediletta per alimentare sempre di nuove ispirazioni il mio desiderio di scrivere. Ne è nata una sinergia perfetta.

Già in due precedenti occasioni ho viaggiato in treno alla volta del capoluogo piemontese per ricevere l’attestato di partecipazione dalla Scuola Holden, un indirizzo ormai riconosciuto a livello nazionale e non solo per chiunque voglia cimentarsi a costruire il proprio universo di parole. Da ultimo, anche pochi giorni fa, sono salita nuovamente sul mio adorato mezzo su rotaie per assistere finalmente la prima volta alla XXXV edizione del Salone Internazionale del Libro, l’evento dell’editoria italiana più prestigioso a livello mondiale. Si tratta di un vero e proprio punto di riferimento per l’intero mondo della cultura. Come ha recentemente affermato in un’intervista la neoeletta direttrice editoriale per il prossimo triennio 2024-2026 della kermesse, la scrittrice e giornalista Annalena Benini, il Salone è il posto ideale dei libri, dei lettori, degli scrittori, degli editori e della cultura in continua evoluzione.

Attraverso lo specchio è stato il titolo di quest’anno, con chiaro riferimento a Lewis Carroll e alla sua creatura letteraria più celebre: Alice nel paese delle meraviglie. Facendomi spazio tra la marea di persone, già presente i primi giorni d’apertura, mi sono divertita a fare un tour esplorativo tra i vari stand dei padiglioni. Uno tra questi mi ha particolarmente affascinato per l’originalità estetica espressa nell’allestimento dello spazio, tanto che mi sono fermata a scattare qualche foto e sfogliare i magnifici libri illustrati in esposizione. Con estrema sorpresa ho scoperto che lo stand, che ho classificato tra i primi nella mia personale classifica di gradimento, è una conoscenza di vecchia data. Mi riferisco alla casa editrice indipendente de L’Ippocampo, di cui già possiedo alcuni volumi iconici.

Al Salone ne ho acquistati altri tre (in totale ne ho collezionati sei nella mia biblioteca), ricevendo in omaggio una borsa in canvas davvero trendy e unica nel suo genere, perché decorata con un logo speciale disegnato dalla talentuosissima artista giapponese Yuko Higuchi. L’illustratrice ha anche curato con sapienza magistrale e minuzia certosina l’allestimento dello stand, riuscendo a cogliere e trasmettere appieno il vero gusto del bello. Il suo intento primario è stato quello di immergere il visitatore in un giardino onirico, popolato da figure fantastiche, al fine di stimolare la curiosità e rievocare in ciascuno quel senso di stupore e meraviglia che appartiene esclusivamente all’infanzia. Quest’anno, poi, per la casa editrice ricorre un anniversario davvero memorabile dato che celebra i primi vent’anni di fiorente ed entusiasmante attività.

Colgo l’occasione per ringraziare pubblicamente L’Ippocampo per avermi fatto vivere un’esperienza multisensoriale insolita, allo stesso tempo piacevole e benefica per il corpo e la mente, offrendomi nuovi spunti creativi per la mia indole artistica alquanto altalenante. Allora, come poter negare che ogni incontro illumina un nuovo mondo possibile…Alla prossima!