Una volta conclusi i festeggiamenti per un compleanno in grande stile non ho potuto fare altro che scartare i pochi ma preziosi regali ricevuti, uno tra tutti un viaggio nelle Fiandre, in particolare Bruges e Gand. Destinazione da me tanto ambita negli ultimi anni per l’inesauribile creatività fiamminga che ho avuto modo di conoscere ai tempi in cui gestivo La Corte Fiorita – per chi ancora non lo sapesse – il mio negozio di complementi d’arredo fino al 2015 nel quartiere Venezia a Livorno.
Fin da piccola ho maturato un’attrazione magnetica per il viaggio. Non ho amato solo viaggiare in movimento, ma anche rimanendo ferma. Quanto ho fantasticato, immaginato luoghi inesistenti solo come forma d’evasione, vitamina per l’anima o per rendere più libero il cuore! D’altronde un viaggio non è solamente geografico, ma anche personale e introspettivo alla ricerca di se stessi. Primo fra tutti è simbolo della vita stessa.
Le emozioni e le aspettative prima della partenza mi abbracciano sempre come un’onda fa con il suo scoglio. Viaggiare è un’arte dai molteplici aspetti. Sono dell’opinione che un viaggio non deve essere improvvisato bensì pensato, pianificato, pregustato. A me, poi, piace scoprire sempre il lato inedito dei luoghi, diffido dai sentieri battuti, cercando piuttosto di seguire un percorso esperenziale insolito e soprattutto autentico.
Cerco di informarmi attingendo notizie, annotando appunti e indirizzi da più fonti. Con tutta sincerità ammetto che la classica guida turistica cartacea esercita ancora su di me un fascino irresistibile, nonostante la quantità ciclopica di materiale reperibile sul web. Gioco spesso con la fantasia e mi diverto a immaginare chi potrò incontrare, cerco di percepire l’atmosfera e l’energia che respirerò in quei luoghi.
A Bruges, la capitale delle Fiandre Occidentali, mi è sembrato di immergermi nel passato tra viali di ciottoli, calessi, edifici di valenza storica e le splendide facciate delle gilde, le antiche case delle corporazioni. Dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel 2000, Bruges può vantare il centro città medievale meglio conservato.
Uno degli esempi più evidenti è rappresentato dalla torre campanaria, Belfort, sormontata da 47 carillon, che domina la vivace piazza centrale, il Markt. A dicembre è popolata da bancarelle natalizie che dispensano di tutto, soprattutto street food, tranne che articoli decorativi dedicati alle festività.
Tutto il centro storico di Bruges è zona pedonale, quindi si può ammirare tranquillamente a piedi. È comunque vivamente consigliato anche un tour in battello per cogliere scorci ancora più suggestivi della città. Certamente io non me lo sono lasciato sfuggire. Durante la gita non riuscivo a smettere di scattare foto. Sono davvero rare le volte in cui sia così ispirata. Evidentemente Bruges ha esercitato su di me questa magia.
Ho percorso strade, piazze, passeggiato al Minnewater Park, visitato chiese e musei, tra cui il Groeningemuseum, dove sono rimasta stregata dalla bellezza e dalla cura stupefacente dei dettagli della Madonna del canonico Van der Paele di Jan van Eyck, massimo esponente del rinascimento fiammingo, a cui è stata attribuita l’invenzione della pittura a olio.
È impossibile soggiornare a Bruges e non rimanere sorpresi dal numero impressionante di negozi di cioccolato. Elencare le dolci tentazioni al cacao è un’impresa a dir poco titanica, ne esistono di tutti i gusti – anche i più stravaganti da The Chocolate Line – e per ogni tasca. Famosa in tutto il mondo, il segreto della bontà della cioccolata belga sta nel contenuto elevato di cacao e nella capacità dei maître chocolatier di creare gusti sempre nuovi.
Dal punto di vista gastronomico le Fiandre sono anche la mecca per i cultori del nettare ambrato – la produzione della birra è estremamente varia – e le celebri frites, patatine fritte con doppia cottura servite in cartocci conici. Per quanto possa raccontare la mia esperienza culinaria a Bruges e Gand, ho gustato degli ottimi gamberi e scampi in un ristorante molto accogliente, Den Gouden Karpel, con un ottimo negozio di pesce a fianco, sandwich al salmone da Aux Merveilleux di Fred, una luminosissima pasticceria dal sapore parigino, un pancake con fragole da Max, una sala da thè dall’arredo e atmosfera vintage, e un’ottima pizza da Otomat, un locale minimal ma confortevole con vista sui canali di Gand.
Data la vicinanza tra le due città dopo i due giorni trascorsi a Bruges, soggiornando in un delizioso B&B, Maison Le Dragon, gestito magistralmente dal Sig. Emmanuel, rivelatosi durante il mio soggiorno un prezioso dispensatore di consigli, ho prolungato la mia vacanza di un paio di giorni facendo tappa anche a Gand.
L’ingresso indubbiamente più scenografico al centro storico di Gand è dal ponte San Michele, dove si possono scorgere sulla stessa traiettoria ben tre torri: quella della chiesa di San Nicola, la torre municipale del Belfort e il campanile della cattedrale di San Bavone, dove si può ammirare il polittico dell’Adorazione dell’Agnello Mistico dei fratelli Van Eyck, uno dei capolavori assoluti della pittura fiamminga del Quattrocento, attualmente in fase di restauro fino alla prossima primavera 2020 per tornare al suo antico splendore.
Anche qui non mi sono lasciata sfuggire un tour in battello. Dall’acqua la città mostra il suo lato migliore. Lo skyline medievale dei suoi ponti e del castello dei conti delle Fiandre risalente al XII sec., Gravensteen, si coglie in tutta la sua bellezza dalle banchine Graslei e Korenlei, dove si trova il cuore pulsante della città.
Mi sono concessa una passeggiata a Patershol, quartiere medievale con deliziosi negozietti vintage come Louise & Madeleine, ho curiosato nei negozi di talentuosi flower designer come Nick Bousse e Daniël Deprez. D’altronde anche a Bruges mi ero voluta ritagliare una parentesi floreale, facendo visita allo showroom di Frederiek van Pamel, artista eclettico con un’invidiabile estro.
Per innata inclinazione femminile mi sono dedicata anche a fare qualche acquisto come dell’artigianato tessile raffinato da Home Linen – d’altronde nelle Fiandre i pizzi e i merletti hanno fatto la storia – e dell’ottimo cioccolato artigianale da Cédric Van Hoorebeke. Prima del mio atteso e inevitabile rientro ho potuto assaporare l’ultima sera anche una Gand by night quando al crepuscolo si accendono le luci d’artista sui monumenti gotici e rinascimentali e la città scintilla nel suo abito più sfavillante, ma solo fino a mezzanotte proprio come Cenerentola per poi tornare a indossare le sue luci ordinarie.
Come scrive Roman Payne: “Le città sono sempre state come le persone, esse mostrano le loro diverse personalità al viaggiatore. A seconda della città e del viaggiatore, può scoccare un amore reciproco, o un’antipatia, un’amicizia o inimicizia. Solo attraverso i viaggi possiamo sapere dove c’è qualcosa che ci appartiene oppure no, dove siamo amati e dove siamo rifiutati.”
Fin dal primo istante io posso dire di essermi sentita accolta e mai un’ospite indesiderata qui nelle Fiandre. Insomma senza tanti giri di parole è stato davvero un buon viaggio. Spesso capita, però, di chiederci <<Ma quand’è che un viaggio è buono?>> Un buon viaggio è quello in cui, quando si arriva alla meta, non si sa se è la fine o solo una tappa, perché si è già pronti per ripartire. Alla prossima!
Indirizzi Utili
www.arrivalguides.com/Bruges
Guida digitale della Lonely Planet ricca di schede informative.
www.visitflanders.com
www.visitbruges.be
www.visit.gent.be