Al giardino ancora non l’ho detto –
non ce la farei.

Emily Dickinson

Ogni giorno si rafforza in me sempre più l’idea che la scrittura e la lettura siano in egual misura due passioni che rigenerano. Possono esercitare un potere terapeutico, essere una valvola di sfogo, l’espediente perfetto per rivelare anche una verità dai contorni spietati. Il libro del mese Al giardino ancora non l’ho detto, chiaro rimando ai versi di una bellissima poesia di Emily Dickinson, ha proprio questo intento. Una sorta di semplice diario, scritto, seguendo il ritmo melodico delle stagioni, da Pia Pera. La scrittrice apprendista di felicità, come lei stessa amava definirsi. Parlo al passato perché purtroppo Pia non c’è più. È scomparsa pochi mesi fa dopo una lunga battaglia contro la Sla. Il suo romanzo è stato il suo ultimo regalo alla vita, una confessione intima e pacata, paradossalmente anche piena di speranza. Senza falsa retorica uno tra i libri più toccanti e coinvolgenti che ho letto durante la scorsa estate. Con l’eleganza della sua scrittura e una maestria stilistica rara Pia Pera ha avuto la capacità di far scaturire dalla sue parole un’immagine commovente e dannatamente autentica di sé, a cui la malattia non ha lasciato campo alla speranza, ma che comunque non ha potuto opacizzare il legame profondo e indissolubile con il proprio giardino (“È semplicemente un posto dove mi sento felice”). Da questo rapporto quasi totalizzante, di mistica fratellanza con il giardino (“faccio finalmente parte del giardino, di quel mondo fluttuante di trasformazioni continue”), che via via la malattia ha reso sempre più difficile per lei da curare, la scrittrice ha trovato anche il coraggio di manifestare le sue ultime riflessioni poetiche sulla vita (“questa vita è l’unica che abbiamo. E insorge il rammarico di privarsi dell’unica finestra sul mondo, non importa quanto ridotta a pertugio, a buco della serratura”), sulla libertà e sulla lucida consapevolezza di una morte quasi imminente. Il testamento spirituale di una grande scrittrice e giardiniera che, sono certa, sarà ricordata con immensa gratitudine e ammirazione. Adesso mentre io sono qui a tesserne le lodi perché le merita davvero, me la immagino già intenta a coltivare il giardino del paradiso. Buona lettura e alla prossima!