Da diverso tempo mi ero ripromessa di tornare a Parigi, non tanto per visitare la città, peraltro splendida, ma per un breve tour esplorativo a Maison et Objet, uno dei saloni internazionali più importanti dedicati alla casa e al complemento d’arredo, che si svolge due volte all’anno, nella prima decade del mese di settembre e di gennaio.
Un appuntamento imperdibile per tutti coloro che operano nel settore del design, lifestyle e home living. Scenario ideale per conoscere le nuove tendenze, sperimentare con l’innovazione e osare facendosi trascinare dall’ispirazione.
Appena entrata da uno dei tanti ingressi mi è sembrato per un attimo di ripercorrere un viaggio a ritroso e tornare rapidamente al 2009, l’anno in cui la mia avventura professionale ha preso forma e identità, La Corte Fiorita appunto. Mi sono aggirata tra gli stand di alcuni dei miei primi fornitori, oggi marchi di consolidato successo, ho constatato a malincuore la scomparsa di altri e conosciuto nuove interessanti realtà. Mi sono resa conto anche come il mondo del living sia in costante evoluzione. Mobili decapati oppure rifiniti con patine delicate stanno ormai scomparendo per essere soppiantati da soluzioni d’arredo in legno naturale abbinate sapientemente con complementi di stile diverso, dal vintage all’etnico passando anche dal fastoso Hollywood Regency, ultimamente di gran moda.
Maestosi lampadari con gocce di cristallo, sottili catene metalliche e rifiniture in nickel dorato assurgono a veri e propri oggetti decorativi, creando anche uno scenografico effetto architettonico.
Non più semplici e anonime pareti imbiancate ma decori murali dallo stile unico e dal forte impatto visivo. Carte da parati in un’esplosione di colori cangianti, riflessi metallici e pattern geometrici sono la tendenza creativa del momento. Traspare un’evidente volontà di personalizzare e conferire uno stile inconfondibile agli spazi, appendendo magari al muro non solo quadri, foto, incisioni ma anche collezioni di oggetti insoliti, ricordi di viaggio oppure utilizzare lettere di forma e materiale diversi, come elementi di design, combinate insieme per trasmettere un messaggio o dare forza e visibilità a una sola parola.
Posizionare lettere con lampadine a led su una parete dalle tonalità scura conferisce un’aurea poetica all’intero ambiente dal leggero sapore retrò.
Classico e moderno, decorazione e design sempre più frequentemente si incontrano e si mescolano per creare uno stile abitativo sempre più evoluto e sofisticato nel nome della funzionalità e versatilità. Con stupore ho notato anche come la tassidermia sia tornata di grande popolarità. Riconosciuta a tutti gli effetti come disciplina artistica in epoca vittoriana, oggi è di nuovo molto in voga come elemento di decoro, una forma d’arte che celebra l’unicità. Anni fa, quando vidi decine di animali impagliati nello stand di Pieter Porters mi sentii rabbrividire, essendo un’amante della specie animale.
Questa volta l’effetto è stato diverso, oserei dire di contemplazione per la bellezza della natura. Mi rendo conto che vedere questi “oggetti” possa suscitare sensazioni contrastanti, attrazione e repulsione, vita e morte, decorazione e gusto decadente. Non è assolutamente di mia competenza valutare questa tendenza dal punto di vista etico. Nonostante ciò sono stata rassicurata dal fatto che tutti gli esemplari non vengono uccisi per tale scopo ma sono già morti per cause naturali.
Tra tutti loro sono rimasta affascinata dalle farfalle, inserite in cupole di vetro, per la bellezza dei colori delle loro ali e per il significato simbolico.
Sono un augurio di buona fortuna, rappresentano la rinascita e la trasformazione verso qualcosa di migliore, di magico. La tassidermia ferma il tempo, rende gli animali immortali, consente di esporli in tutta la loro bellezza, facendoli prolungare metaforicamente il loro ciclo vitale. Può essere apprezzata oppure no ma è sconcertante come in realtà abbia diverse affinità con la chirurgia estetica, applicata agli esseri umani, per paralizzare in tutti i sensi lo scorrere del tempo e donare l’elisir di eterna giovinezza. Un tentativo spesso vano perché bisogna sempre ricordarci che è sempre meglio aggiungere vita ai giorni che non giorni alla vita. Parola non di un interior designer ma di un premio Nobel, Rita Levi Montalcini. Non so se è poco!