Domenica 15 Ottobre, 2017. Livorno, parco storico di Villa Mimbelli. Raggi rossastri di sole tingono il cielo all’ora del tramonto. I maestosi cancelli di ferro si chiudono dietro gli ultimi visitatori. La settima edizione di Harborea, la festa delle piante e dei giardini d’oltremare, si è appena conclusa. Gli espositori iniziano a smontare gli stand per caricare la loro merce sui camion. Il viaggio di ritorno li attende. Qualcuno si dimentica di rimuovere lo striscione all’ingresso. Forse è segno che se ne avverte già la nostalgia.
D’altronde Harborea è diventato quasi un appuntamento liturgico nel calendario della città. Anch’io non sono mai voluta mancare, presentandomi sia come espositrice che come socia volontaria del Garden Club di Livorno, il principale fautore dell’iniziativa. Per quel che mi è stato possibile, quest’anno ho voluto dare il mio contribuito all’interno della macchina organizzativa, a dire il vero già super collaudata ma sempre pronta a migliorarsi.
Nonostante ciò un giro da semplice visitatrice me lo sono voluto concedere, avventurandomi in un piacevole percorso di emozioni floreali tra rarità botaniche, erbe e spezie. Oltre a piante insolite e consulenze negli spazi espositivi ho potuto scoprire prodotti enogastronomici, dalle farine di grani antichi, alle diverse varietà di riso, dalla liquirizia al cioccolato, dai liquori biologici alle confetture di frutta.
Ho ricevuto spunti e suggestioni per arredare il giardino, dalle magnifiche ceramiche di Caltagirone alle casette in legno per gli uccellini e gli insetti, dai cesti in vimini ai divertenti fiorellini per decorare le nostre piante in vaso, creare originali bouquet floreali oppure personalizzare bomboniere.
Ho ammirato magnifici lavori in tessuto di due creative dal fervido talento e raffinati complementi d’arredo.
Sono rimasta incantata di fronte a un giardino d’inverno, realizzato con materiale di recupero che ne ha esaltato il fascino vintage e arredato con preziosi pezzi d’antiquariato.
Sostando allo stand del Garden Club, ho osservato con piacere come donne di ogni età, dalla ragazzina alla madre di famiglia, seguivano le lezioni di decorazione floreale in programma.
Tanti visitatori hanno assistito a interessanti conversazioni al Caffè letterario, in cui si sono alternati scrittori e professionisti del verde. Nel frattempo signore agghindate a festa svolazzavano da uno stand all’altro, cinguettando tra loro. Collezionisti si mischiavano a semplici appassionati, giovani a famiglie con bambini. Insomma mai come quest’anno si è respirato un’atmosfera di profonda armonia e un commovente senso d’appartenenza. A distanza di un mese da uno degli eventi più drammatici nella storia della città, Livorno non si è lasciata andare ma dal fango ha cercato e sta cercando di rinascere proprio come fa un fiore di loto che sboccia e affonda le sue radici negli stagni melmosi ma il suo splendore resta intatto. Alla prossima!