Non esiste stagione dell’anno in cui Forte dei Marmi e il suo rinomato mercatino conoscano un periodo di tregua. Al richiamo del Forte, chiamarlo così è più cool a detta della moltitudine di sciure milanesi che lo affollano, è difficile resistere. Sia d’inverno che d’estate ogni mercoledì della settimana il punto di ritrovo è sempre lo stesso, la piazzetta del Forte con la variopinta carovana di banchetti e cianfrusaglie di ogni genere.
Nonostante si presenti sempre sotto la solita veste, il mercatino del Forte è diventato un appuntamento memorabile per i più appassionati, me inclusa. Ad essere sincera, si tratta di un mercatino qualunque ma la differenza sta nel contesto. Alzarsi presto la mattina di mercoledì è una tra le rare volte in cui la mia insidiosa pigrizia ne esce sconfitta. Mi rincuora immaginare una giornata di svago infrasettimanale che frena la tediosa routine degli altri giorni. Una piacevole sensazione di istantanea leggerezza, un improvviso slancio di entusiasmo mi spingono a prepararmi e uscire di casa a velocità supersonica. Alle 09:00 sono già sulla griglia di partenza, pronta ad iniziare i miei acquisti rombanti. Si fa per dire, il mio portafoglio avrebbe bisogno di un pieno! Donne, tante e solo donne saltellano come cavallette tra un banchetto e l’altro alla febbrile ricerca dell’ultimo capo di tendenza, della mantella di morbido cachemire da indossare per una serata a teatro, di quei braccialetti colorati da sfoggiare sulla spiaggia o di quei vestitini attillati con pizzi e merletti che tutte credono di potersi permettere. Signore snob con volti paralizzati e seni improbabili scodinzolano tra la folla, si lusingano se qualcuno le osserva. Probabilmente non si vogliono rendere conto che nessuno può fermare lo scorrere del tempo. Si vestono come liceali anche se ormai sono lontani i tempi in cui lo erano. Un circo di maschere, nel senso meno letterario del termine, in cui la vanità femminile è la regina indiscussa.
Dopo un giro esplorativo proseguo per una passeggiata riconciliante tra le boutique griffate e l’ultima sosta la riservo al mercato rionale di frutta e verdura, di tenore più plebeo. Non è raro, però, avventurarsi qui in altre signore, ferree seguaci di una filosofia di vita bio, che si muovono solo in bicicletta, comprano semi di miglio, bacche e tofu, non utilizzano buste di plastica ma depongono tutto nei loro cestini di vimini, indossano solo abiti di lino, preferibilmente di colore bava di lumaca. Poi, se chiedi loro: “Cosa hai intenzione di mangiare per pranzo?” Senza esitazione loro risponderanno: “Easy. Una verdura”.
Che domanda ovvia! Non ho ancora smesso di ridere dalla volta in cui lo sentii pronunciare. Ecco perché ogni tanto non perdo l’occasione di venire al Forte, una vetrina scintillante in cui si riflettono non tutte ma molte delle miriadi di sfaccettature del complesso mondo femminile.
Bellissimo nelle foto e nella graffiante esposizione!!!