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In un periodo personale un po’ sottotono, in cui le forze fisiche e l’appetito si sono voluti concedere una vacanza inattesa, ho provato ad escogitare mille modi per rivitalizzare il mio piacere per il cibo. Dopo giorni di digiuno serrato ho cominciato a spelluzzicare di nuovo qualcosa solo nelle ultime ore.  Ciò che mi ha aiutato a riacquistare una certa fiducia nei sapori della cucina è stato quello di rendere più bello e appetibile il piatto,  privilegiando porzioni minuscole da Nouvelle Cousine, ma magari dandogli anche un tocco di colore. Come si può dedurre, anche quando tutto il resto sembra prendersi una pausa, la mia sete creativa è sempre la mia più fedele alleata. Riguardo l’ambito della gastronomia, una tra le mie ultime scoperte è stata il VisualFood, ma divagando tra i miei ricordi più lontani, mi è tornata improvvisamente alla memoria una tendenza culinaria già esistente da tempo, mai sperimentata personalmente, ma comunque per me di grande interesse. L’arte culinaria floreale, ormai un trend nelle ricette degli chef. Ho recuperato tra le mie scartoffie e la mia galleria di immagini uno dei piatti firma dell’eccellente chef Enrico Crippa, dal 2013 insignito di tre stelle Michelin, che propone abitualmente nel suo ristorante Piazza Duomo di Alba, La mitica Insalata 21, 31, 41, 51…(così chiamata per il numero degli ingredienti utilizzati in base alla loro reperibilità e stagionalità).

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All’apparenza una banale insalata, in verità un tripudio scenografico di colori, aromi e fantasia con una leggera nota orientale. Un invidiabile connubio di verdure e fiori commestibili. Proporre richiami floreali nel piatto mi sembra un’idea originale, quasi geniale. Non solo le papille gustative devono rimanerne deliziate ma anche la vista deve essere catturata. Un piatto come questo sembra riuscirci alla perfezione! Perché allora non provare a cimentarsi anche noi? Ecco la ricetta!

                     Insalata 21, 31, 41, 51…dello chef Enrico Crippa

Tempo di Preparazione
30 Minuti-1 Ora

Ingredienti
Insalata mista e erbe (160 grammi)

?Foglie di Gentilina
?Foglie di parella
?Sarset
?Crespino
?Papavero
?Tarassaco
?Foglie di primula
?Spinacini
?Radicchio tardivo di Treviso
?Insalatina di campo ( trusset)
?Foglie di bietole rosse
?Foglie di barbabietola
?Dragoncello
?Pimpinella
?Acetosella
?Santoreggia
?Maggiorana
?Mizuna rossa
?Mizuna verde
?Senape cinese
?Cerfoglio mordigallina
?Sedanino
?Levistico
?Buon Enrico
?Scisso verde
?Scisso rosso
?Aneto
?Finocchietto selvatico
?Nasturzio
?Fiori Calendule (rosse, bianche, viola, arancioni, gialle)
?Fiori di violette
?Fiori di primule
?Fiori di borragine
?Fiordaliso
?Fiori di erba cipollina e d’aglio
Preparazione

Pulite e lavate molto bene tutte le erbe e le insalate, conditele con olio aromatizzato alle erbe, aceto di Barolo, semi di sesamo tostati, alghe nori tritate finissime, fiocchi di tonno secchi tritati (in giapponese katsuobushi) zenzero candito con un po’ del suo succo e grossa quantità di olio d’erbe. Questo si ottiene sbollentando 500 g di erbe aromatiche (Prezzemolo e Dragoncello), dopodiché strizzarle bene e mixarle fortemente in un frullatore. Aggiungere 1 l olio extra vergine d’oliva e infine filtrate con un colino extrafine e della carta. Cuocete due tronchetti di bambù al forno , tagliato finemente e condito anch’esso con un po’ di sesamo.Terminate con i fiori, sfogliati petalo per petalo.

*A piacimento potete accompagnare il piatto con le cialde d’amaranto fritte. Cuocete 200g di semi di amaranto come un risotto con 1,2 l di acqua e 13g di Instant Dashi (il classico brodo della cucina giapponese preparato con prodotti essiccati), per circa 40 minuti senza salarlo. Una volta cotto stendetelo tra due fogli di carta da forno e fatelo seccare. Quando sarà ben asciutto rompetelo a pezzi irregolari e fatelo friggere soffiandolo in olio caldo.

Cucinare con fiori

Non è certo facile seguire alla lettera la ricetta. Solo riuscire a trovare tutti gli ingredienti sarà un’ardua impresa, a meno che non si abbia la fortuna di coltivare un orto privato come Enrico Crippa. Ovviamente non raggiungeremo il livello eccelso dello chef ma una piccola sfida, anche se solo in cucina, può sempre aiutarci a migliorare! D’altronde se non abbiamo il coraggio di sperimentare, non otterremo mai i risultati sperati.