A distanza di quasi un anno dalla pubblicazione dell’ultimo post, finalmente sono tornata e posso dire – come dice il mitico Vasco in una sua canzone – sono ancora qua. Nei mesi scorsi, nel bel mezzo di un’apnea indefinita mi sono voluta aggrappare a un augurio di rinascita, terminando finalmente il mio primo romanzo La cura delle anime fragili. Ho persino avuto la soddisfazione di vederlo pubblicato, affidando la stampa a una piccola casa editrice, con cui avevo già collaborato in passato. È stata, poi, un’emozione incredibile assistere incredula all’entusiasmo inaspettato con cui è stata accolta la notizia del mio esordio letterario e come il numero di copie da stampare aumentasse esponenzialmente di giorno in giorno. Tantissimi ne hanno fatto richiesta. Diverse copie le ho donate ad amici, familiari e conoscenze, mentre altre le ho messe in vendita su Amazon. 

Non mi vergogno ad ammettere che il processo di gestazione del mio libro sia stato piuttosto lungo e periglioso in uno scenario poco rassicurante in cui una malattia sconosciuta, altamente contagiosa e alquanto subdola si è abbattuta non solo sul nostro paese, ma sul mondo intero. 

È stato proprio questo a generare nell’ultimo anno e mezzo agitazione profonda e far cominciare a credere che ogni tipo di progetto futuro fosse solo un’illusione. Per me l’antidoto migliore all’ansia è stato distrarre la mente dai soliti pensieri spiacevoli che la alimentavano e per farlo la cosa più efficace è stata quella di dedicarmi a qualcosa che mi piacesse in un momento senza precedenti, in cui l’isolamento era diventato una condizione naturale. Trovandomi prigioniera delle pareti domestiche ho scelto la scrittura, il mio rifugio fin da bambina, il mio scudo al dolore con il magico potere di rassicurarmi. Scandire il tempo e impegnarmi in qualcosa che catturasse la mia attenzione è stata la mia valvola di sfogo. Mai come in questo periodo così eccezionale a scadenza incerta affidarsi alle parole mi ha aiutato a misurarmi con i cambiamenti.

La scrittura ha avuto un senso, è stata una grande stimolatrice, facendomi ritrovare il coraggio di continuare a credere nel mio progetto editoriale. Per lungo, troppo tempo hanno atteso pazienti dentro un cassetto prima di essere quasi per caso riprese tra le mani. Una trentina di pagine scritte in tempi diversi e poi abbandonate a se stesse in cerca di nuova ispirazione. Poi l’ispirazione è tornata e il romanzo è giunto ai titoli di coda. Ho cercato di raccontare con un linguaggio semplice e scorrevole una storia d’amore, resilienza e speranza con l’augurio che possa aver appassionato, fatto riflettere e, perché no, anche commuovere il lettore. Non voglio spoilerare di più e rovinare la sorpresa. Per questo per chi non lo avesse ancora letto e fosse intenzionato a farlo, è possibile acquistare il romanzo con un semplice click su Amazon. I commenti, poi, che ho ricevuto mi hanno davvero scaldato il cuore e sono stati un potente stimolo per continuare a fantasticare con le parole. Infatti la ricerca appassionata di una nuova storia da raccontare è già iniziata. Alla prossima!