Da una ventina di giorni è esplosa finalmente l’estate e all’unisono si è risvegliata anche la voglia di vacanze. Quindi non mi sono fatta cogliere impreparata, ho recuperato il mio trolley, ci ho infilato qualche vestito e mi sono diretta alla stazione per iniziare un lungo viaggio in treno, seguito poi da un tragitto in aliscafo, per raggiungere la destinazione dei miei tanto sospirati cinque giorni di soggiorno, Positano.
Scorci suggestivi, tramonti mozzafiato, ottimo cibo e l’impeccabile ospitalità campana fanno di questa località uno dei gioielli incontrastati e una delle mete più ambite del Golfo di Napoli. È per tutte queste ragioni e non solo che ho deciso di tornarci a distanza di così poco tempo, la scorsa estate e questa. Da sempre raggiungo la destinazione via mare e ogni volta che Positano mi si profila all’orizzonte è uno spettacolo che regala emozioni impagabili. Un presepe di case dai mille colori, costruite a grappoli su pareti rocciose, con terrazze fiorite, collegate da un fitto reticolato di stradine che raggiungono il mare. La prima immagine che si delinea è questa, il cuore del paese concentrato intorno alla cupola maiolicata della chiesa dell’Assunta e proiettato sulla sua Spiaggia Grande, il cuore marinaro del paese con i suoi 300 metri di lunghezza.
In questi giorni di vacanza mi sono concessa un po’ di meritato dolce far niente e qualche bagno rinfrescante nelle spiagge attorno a Positano, tutte raggiungibili dal molo con la barca, e decisamente meno caotiche e affollate della Spiaggia Grande. Come lo scorso anno sono tornata nella spiaggia di Fornillo, accompagnata dal barcaiolo dalla risata fragorosa Stefano. È una spiaggia tranquilla con diversi stabilimenti balneari.
Nei giorni successivi ho voluto provare due nuove spiagge, quella di Arienzo e quella di Laurito. In quest’ultima, la più piccola di tutte, sono riuscita – trovare un tavolo risulta sempre quasi impossibile – a pranzare al ristorante Da Adolfo, una vera e propria istituzione nella zona con specialità di pesce. I suoi spaghetti alle vongole e i gamberoni alla griglia hanno estasiato le mie papille gustative.
Ogni sera, dopo la consueta passeggiata tra i vicoli con qualche sosta per provare le “pezze di Positano”, i tipici abiti di lino con trine dai colori vivaci, prevalentemente floreali, mi sono divertita a dare vita a un tour del gusto, al fine di scoprire i sapori autentici della costiera. Ho evitato luoghi con menù turistici, le mangiate sostanziose a scapito della qualità non rientravano tra i miei desideri. Ho preferito, invece, ristoranti più intimi e raccolti, alcuni anche di tendenza, di recente apertura e altri con spettacolare vista mare.
Due sere prima della mia partenza mi sono voluta regalare una serata memorabile, o meglio una cena al ristorante stellato Zass all’interno dell’Hotel San Pietro. A serata conclusa posso confidare che sia stata un’esperienza emozionale che mi ha rapito il cuore. Tutto è stato impeccabile, dalla prima accoglienza al servizio, dalla musica in sala all’offerta gastronomica. I piatti dello chef belga Alois Vanlangenaeker e le proposte di alta pasticceria di Maria Rosaria hanno superato ogni migliore aspettativa.
Il San Pietro di Positano è un albergo 5 stelle lusso, che a definirlo magico sarebbe riduttivo. Un rifugio, da anni nel taccuino del jet set internazionale, dove il lusso è autentico e senza tempo, la cornice scenografica unica e il senso di meraviglia che infonde incommensurabile. Dalla terrazza a strapiombo sul mare ho potuto ammirare scenari da cartolina e non mi vergogno a dire che mi sono anche commossa di fronte a così tanta bellezza.
Da una settimana sono tornata ai ritmi della mia quotidianità, ma questa pausa, seppur breve, è stata rigenerante, mi ha riempito gli occhi di panorami mozzafiato, deliziato il palato con sapori ricercati e l’olfatto con il profumo del mare. Sarà un piacevole ricordo per il futuro e vorrei concludere citando la frase di Franco Zeffirelli, recentemente scomparso, che scelse proprio Positano come buen retiro, acquistando una magnifica proprietà: <<Non si viene e non si torna a Positano, mai per caso…>>. Allora perché non continuare a tornarci? Alla prossima!