Nella cornice di Forte dei Marmi, la località a più alto tasso di glamour della Versilia, è andato in scena lo scorso fine settimana (30, 31 agosto, 1 settembre 2019) Evergreen Forte, il grande spettacolo del giardino, delle rarità botaniche e arredi per esterno.

La centralissima Piazza Dante è stata magicamente avvolta da un tripudio di colori, profumi e piacevoli sensazioni. Questa manifestazione, a ingresso libero, è diventata negli anni un appuntamento immancabile nel fitto calendario versiliese, essendo giunta ormai alla sua V edizione.

Una classica frequentatrice del Forte: rigorosamente in bici con cestino di fiori e il rassegnato amico Fido al seguito.

Il fil rouge della mostra mercato è l’arte del giardino, l’arte nel giardino e da tutta Italia vengono selezionati con estremo rigore circa sessanta espositori di eccellente qualità nel florovivaismo a livello nazionale e non solo, in  grado di proporre la loro migliore produzione di piante. Un’alternanza perfettamente armonica di graminacee ornamentali, plumerie, orchidee, ortensie, cactacee e ninfee mi ha incantato al primo sguardo.

Questo scenario è stato anche una vetrina di prestigio per diversi espositori di arredo per verande e giardini d’inverno, artisti eclettici e artigiani laboriosi, che hanno dato vita a laboratori dimostrativi, creando in presa diretta i loro manufatti.

Assoluta novità di questa edizione è stata, però,  l’attenzione rivolta a una tipologia di giardino in gran voga soprattutto negli ultimi anni, ovvero il giardino terapeutico. Parlando di questo, giunge immediato il richiamo al libro di Pia Pera Giardino & ortoterapia. Coltivando la terra si coltiva anche la felicità (Salani, 2010), in cui la scrittrice raccontava come il lavoro nel giardino fosse un lenitivo, un antidoto alla malinconia, addirittura una terapia  e una prevenzione contro le brutture del mondo contemporaneo. A un primo approccio può sembrare surreale, ma i giardini sono in grado di “parlare” attraverso i suoni che emettono, basti pensare al semplice crepitio delle foglie, e i profumi che sprigionano.

È stato indetto un concorso proprio su questo tema e tra gli architetti paesaggisti che hanno presentato la loro concezione di giardino terapeutico merita una menzione d’onore, Maria Sara Cambiaghi, premiata per il migliore allestimento artistico.

Tra le proposte in lizza la giovane e talentuosa professionista si è distinta come ideatrice di un corridoio multisensoriale da percorrere rigorosamente a piedi scalzi, accarezzati da bordure di graminacee, disposte ai lati, e allietati dal profumo inconfondibile della lavanda essiccata, appesa a piccoli mazzi, al fine di stimolare la nostra percezione tattile e olfattiva.

Un sensibile dialogo tra uomo e natura che abbraccia appieno quella filosofia di concepire un angolo verde come un luogo per riappropriarsi del nudo sentire e ascoltare la parte più profonda della nostra anima. Mi hanno stupito molto il suo sapiente estro e il suo desiderio di sperimentazione. Ho avuto il piacere di incrociarla per pochi minuti e scambiarci qualche parola. Parlandomi di questo suo progetto –  in realtà, sbirciando nel suo sito ho visto che ne ha realizzati diversi e ottenuto plurimi riconoscimenti – mi ha talmente contagiato con il suo entusiasmo, da farmi credere ancora di più che è inutile cercare la gioia fuori di noi quando basta cercarla nel nostro cuore. Questo è il potere miracoloso che può esercitare la natura quando ci si entra in contatto e se ne contempla la bellezza. Alla prossima!