Durante uno degli ultimi laboratori di scrittura creativa, a cui in questi mesi mi sono dedicata con impegno e passione, ho ricevuto numerosi suggerimenti su quali libri vale la pena leggere. Non dimentichiamoci che la lettura è un esercizio imprenscindibile per chiunque voglia migliorare la propria tecnica di narrazione e raccontare una storia.

Tra la miriade di libri consigliati un titolo mi ha subito folgorato. Inspiegabilmente ma è successo proprio così. La parola anima (scusate per il piccolo spoiler) racchiude in sé un’infinità di sfumature. Forse questo è stato uno dei motivi che mi ha spinto all’acquisto immediato del libro e al completamento della sua lettura in neanche una giornata. In realtà si tratta di un romanzo breve ma la scrittura semplice e diretta del suo autore mi ha sempre tenuto incollata dalla prima all’ultima riga.

Il libro che presento questo mese è Le nostre anime di notte di Kent Haruf. Ecco spiegato perché prima parlavo di anima. In tutta sincerità di questo scrittore non avevo mai sentito parlare prima, pur trattandosi di uno dei più grandi interpreti della letteratura americana contemporanea. Le nostre anime di notte è il suo ultimo romanzo, a detta di molti forse anche il più bello, uscito postumo, perché purtroppo Haruf è uscito sconfitto da una malattia ai polmoni nel 2014.

Un romanzo delicato, permeato di poesia, dove le emozioni e le relazioni umane sono le protagoniste. È la storia di amore e amicizia tra due anziani vicini di casa, Louis Waters e Addie Moore, entrambi vedovi da tempo che, nonostante la loro vita sia ormai vicina al tramonto, non vogliono rinunciare alla tentazione di essere ancora felici. Addie trova il coraggio di fare una proposta apparentemente scandalosa a Louis (“Mi chiedevo se ti andrebbe di venire a dormire da me, la notte”) ma in realtà questa richiesta si rivelerà di una tenerezza disarmante.

I due personaggi della storia sono di straordinaria e commovente dignità, sentono la necessità, prima che sia troppo tardi, di liberarsi dalla prigione della solitudine e recuperare insieme quel senso di intimità smarrita. Da troppo tempo la loro esistenza è schiacciata dalla quotidianità e priva di qualsiasi slancio relazionale.

Nel loro rapporto la componente sessuale non è indispensabile, tanto può essere bello anche solo tenersi la mano e parlare. Con la loro gioia di vivere (“Per noi le novità e le emozioni non sono finite. Non siamo diventati aridi nel corpo e nello spirito”) e la determinazione a difendere la loro storia dalla curiosità morbosa della gente e dalla resistenza coriacea del figlio di lei, queste due figure sono riuscite a riscaldarmi il cuore. Insomma, un libro davvero imperdibile, mai stucchevole, senza fronzoli ed eclatanti colpi di scena. Semplicemente un elogio alla vita così com’è. Vi sembra poco? Alla prossima!